BACINGIRO. L’arte del bacio senza vergogna.

Può darsi che voi non proviate imbarazzo nell’esternare affetto, amore, passione – quello che volete – attraverso il bacio, ovunque voi siate, con chiunque siate. Ed effettivamente che vergogna vuoi provare a baciare una persona, per esempio, sperduti in un campo? Non vi vede nessuno. Chissenefrega, no? Io faccio fatica, e non poca. Invidio chi si avvicina all’altro con nonchalance, con lo sguardo mezzo ingrifato mezzo sognante, gli occhi a cuore e le labbra protese e muah, un limone partito così, quasi senza volerlo. E magari pure bis. Con tanta naturalezza che dici beati voi. Oppure urgh e bllll, in qualche caso.

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(una scena dal film “French Kiss” del 1995, con Meg Ryan e Kevin Kline)

Forse non ce l’ho nel dna. Ma mi sono esercitata (con la fantasia), perlomeno quando nessuno mi vede. Il punto è che – paradossalmente – mi vede l’altro. Non solo mi vede, ma mi guarda stupito afferrargli il braccio, avvicinarmi a lui e sforzarmi indicibilmente di lasciarmi andare. Di sembrare una persona normalissima che sa come si fa. Mica poco eh. Mica pizza e fichi. Mica vino e tarallucci (no, questo non c’entra).

In ogni caso ciò accade solo fuori dalle mura domestiche, o qualsivoglia mura per la verità. Intendo la mia occasionale disabilità nei bacingiro. Sarà che son gli altri a mettermi a disagio quando lo fanno (è sempre colpa degli altri). Dovrei vivere in Russia, dove baciarsi in pubblico è sconveniente, almeno così ho sentito.

Comunque la cosa più imbarazzante è riuscire a baciare l’altro durante una bella passeggiata, con quella nonchalance che in questi casi è sempre richiesta, ed andarne orgogliosissima, e poi nel saltare un piccolissimo fosso, ma davvero un insignificante fosso, sprofondare nel fango nemmeno fossero sabbie mobili, e rischiare di cadere faccia a terra irrimediabilmente. Scommetto che a voi non è mai capitato. A me sì, pensa. E lì capisci che ci hai messo davvero troppe energie in quel bacio, che hai fatto del tuo meglio, e che ora è tempo di un meritato time out. Fino al prossimo tentativo.

4 pensieri su “BACINGIRO. L’arte del bacio senza vergogna.

  1. Lasciamo i tarallucci nel sacchetto, ed ammiriamoli senza chiedere ai nostri occhi quanti ne avrai ancora da mangiare, apprezzali singolarmente, e se uno ti delude perché rotto o posso, non smettere di mangiarli in quelle rade occasioni di vita normale.
    Perché il resto dei giorni avrai a che fare con fossi e baci caduti. i Tuoi.
    Perché i baci degli altri sono sempre troppo invadenti e poco piacevoli per tutti tranne per chi impegnato a tenere gli occhi chiusi e la bocca meno.
    😉 JEC.

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